Utilizza questa pagina interattiva per analizzare i KPIs benchmark più rilevanti per migliorare la tua Customer Experience digitale.
per scoprire come si posiziona il tuo sito rispetto alla concorrenza e sfrutta gli insights per massimizzare la tua performance digitale nel 2023.
Mentre il traffico complessivo è aumentato, le metriche relative al Customer Journey hanno evidenziato un trend negativo nella maggior parte dei settori.
Infatti, malgrado l’aumento del traffico, il numero superiore di rimbalzi e il numero minore di pagine visualizzate per sessione hanno frenato le conversioni, che hanno subito un calo quasi pari all’incremento del traffico.
Q4 2022 / Q4 2021, attività dello stesso sito
Spesso è difficile misurare la qualità dell’esperienza digitale e molti tendono a focalizzarsi esclusivamente su traffico in entrata e conversioni in uscita.
Esaminando più a fondo gli elementi che precedono (e consolidano) i risultati— l’attività sul sito e i fattori di frustrazione—si può misurare la reale esperienza umana che guida il percorso di ogni cliente.
Attenzione agli elementi di disturbo – i punti di attrito lungo il percorso creano frustrazione e pregiudicano l’esperienza.
Una sessione su cinque è si carica troppo lentamente.
Le sessioni che hanno un tempo di caricamento troppo lento delle pagine hanno maggiore probabilità di terminare in un rimbalzo e ottengono meno visualizzazioni.
Una sessione su cinque è si carica troppo lentamente, un grave punto dolente in ambito digitale. Le sessioni con un tempo di caricamento lento delle pagine hanno maggiore probabilità di terminare in un rimbalzo e ottengono meno visualizzazioni.
Man mano che il digitale evolve, gli andamenti del traffico cambiano. È fondamentale che i team prestino attenzione a questa evoluzione naturale, per capire se stanno adottando un approccio efficiente nell’attirare visitatori.
Mentre continuano ad emergere nuovi canali di marketing, SEO e SEA continuano a dominare incontrastati la realtà digitale. Combinate al direct traffic, queste tre fonti generano 2 visite dei siti su 3.
I canali social assicurano una quota di traffico digitale quasi doppia, la maggior parte su mobile, sebbene tale quota si stia assestando rispetto all’anno precedente.
La grande migrazione al mobile prosegue e i dispositivi mobili continuano a sottrarre quote al destkop.
“Mobile-first” deve essere il principio di riferimento, sia nella progettazione dei processi interni che nell’ottimizzazione delle esperienze o perfino nella revisione delle aspettative sui KPI digitali.
Il costo di attrazione continua a lievitare e le fonti a pagamento rappresentano oggi più che mai una grossa fetta del traffico digitale. Il traffico a pagamento tende a sbilanciarsi verso il mobile e attira una quota superiore di nuovi visitatori.
Mentre il costo del traffico a pagamento è aumentato, la performance ha evidenziato una tendenza al ribasso, con la conversione da fonti di traffico a pagamento crollata del -2,9% su base annua.
In quasi tutti i settori, il trend del tasso di conversione è stata al ribasso.
Le uniche note positive provengono dalle fonti social, sia organiche che a pagamento, su desktop (dove il traffico social è però scarso) e dai social a pagamento su mobile. Nel complesso, i tassi di conversione hanno sofferto a causa delle diminuzioni di quasi tutte le fonti di traffico per entrambi i dispositivi.
Il consumo di contenuto da parte dei visitatori è facilmente quantificabile lungo l’intero percorso, ma tale quantità va analizzata e interpretata sotto diversi punti di vista, utilizzando i seguenti KPIs.
La profondità di sessione è in continuo mutamento. Dato che il traffico si sposta sempre più verso il mobile (dove le sessioni presentano una fruizione della pagina sempre più superficiale), la profondità complessiva della sessione è destinata a ridursi.
Anche nel mobile la profondità della sessione è diminuita, in linea con la tendenza in atto tra i visitatori verso visite più frequenti ma più brevi - “toccata e fuga”.
Per progettare un'esperienza di successo, occorre conoscere a cosa viene esposto il visitatore. Per questo è fondamentale considerare attentamente cosa viene esposto al di sopra della "linea di scroll".
A prescindere dalla visione ottimista o pessimista, la realtà è che i visitatori guardano una pagina solo a metà. Questo rafforza la necessità di portare i contenuti più performanti, le offerte e le CTA più in alto nella pagina.
Sebbene le tipologie di pagina più popolare vari per settore, tutti i settori hanno una caratteristica in comune: meno della metà dei visitatori visualizza più di uno o due tipologie di pagine.
Il genere di informazione che di solito si perde in una visione d’insieme dei percorsi è proprio questo: il fatto che i visitatori non riescano a vedere e non consultino granché del vostro sito durante il loro percorso.
La riduzione del -7,5% della durata delle sessioni registrata quest'anno nella durata delle sessioni è un altro chiaro segno che l'attenzione dei visitatori è in calo.
Il successo o il fallimento di una sessione viene spesso giudicato solo dal suo esito. Dal rimbalzo alla conversione, ecco tutte le tendenze.
Nel complesso, più della metà delle visite subisce un rimbalzo. Il bounce rate su mobile è superiore di circa 5 punti percentuali rispetto al desktop, il che è preoccupante dato che il traffico continua a migrare verso i dispositivi mobili.
Il rimbalzo dei visitatori è l’esito peggiore possibile di una sessione. Quando i visitatori rimbalzano, significa che hanno visualizzato solo una pagina prima di uscire, per cui il valore per i team digitali è pressoché pari a zero.
Il ROI di un rimbalzo è tutto “investimento” e niente "ritorno". E purtroppo le frequenze di rimbalzo (bounce rate) stanno aumentando in tutti i settori.
Fra tutte le metriche digitali, il tasso di conversione (conversion rate) è sicuramente quello in cima nelle dashboards e uno dei pochi KPIs con cui l’intera organizzazione digitale ha la massima dimestichezza.
Ma il tasso di conversione deve essere trattato con cautela: è una metrica fortemente dipendente dal contesto, che varia in base alle metriche di “consumption” del sito descritte in precedenza, oltre che per dispositivo e per settore.
“Se non puoi misurare, non puoi migliorare”.
Questa massima si conferma valida quando si tratta di ottimizzare l’esperienza digitale. Molti leader digitali sono però inondati dai dati e faticano a mettere in pratica gli insights.
misura l’attenzione prestata da un visitatore ai contenuti e si manifesta tramite i clic, i tocchi e i hover del mouse che effettua durante l’intero percorso.
È fondamentale incoraggiare l’attività nei propri percorsi; i siti con tassi di attività elevati contribuiscono a scongiurare rimbalzi e favoriscono le visite più approfondite (e quindi di maggiore valore).
| Attività: in rialzo dal 17% al 30%
è presente in più di 1 visita su 3 (36%) ed è un deterrente per le conversioni. Per questo, occorre ridurla il più possibile al minimo.
L’effetto più negativo è causato dal fattore di frustrazione più comune: il caricamento troppo lento delle pagine (slow page load).
| Frustrazioni più comuni:
Slow Page Loads: 18,1% delle sessioni
Rage Clic: 6,0% delle sessioni
aiuta a misurare a quanti contenuti viene esposto un visitatore. In particolare, il tasso di scroll è utile per analizzare i risultati di test A/B a livello di pagina.
I visitatori scorrono la pagina quasi esattamente per metà, dimostrando che è necessario che i contenuti, le offerte e le CTA più accattivanti siano posti ‘above the fold’, affinché vengano visti e consultati.
| Scroll rate: calato del -2,7%, da 51,6% a 50,2%
è la profondità della sessione e misura il consumo del sito. Il digitale tende verso sessioni più superficiali: sempre più traffico passa al mobile e i visitatori tendono a fare visite “mordi e fuggi”. È quindi fondamentale ottimizzare il contenuto.
| Session depth diminuita da -2,3% con 4,6 pagine visualizzate
Rendiamo le esperienze digitali più umane